Gli antichi erano portati più di noi ad interessarsi di tecnica, l’industria non era sviluppata e i pittori erano obbligati a macinare le polveri colorate, a fabbricare le tavole e le tele, a purificare gli oli, a fondere le vernici e le colle, finendo per prendere passione al perfezionamento del proprio materiale, tenendosi informati sui procedimenti utilizzati in altri luoghi, al fine di mantenere inalterate le tinte, trasparenti le vernici e splendenti i colori. Le scoperte tecniche tratte con pazienza dalla lettura, le interpretazione di testi classici, le intuizioni e le sperimentazioni, formavano la base di “segreti” i cui possessori generalmente divulgavano controvoglia. “La saggia maniera di dipingere era privilegio di pochi e gelosamente tenuta segreta”, G. B. Armenini sec. XVI. In realtà la maggior parte dei pittori del passato non aveva un materiale così perfetto, il vero segreto degli antichi deve ricercarsi piuttosto nella logica degli strati di colore, nella maestria delle combinazioni, nell’amore del mestiere e di tutte quelle conoscenze che anche oggi ognuno dovrebbe avere.